Percorso
Ricordati di fare sempre attenzione alle previsioni del tempo.
Consigli sulle stagioni nelle quali intraprendere questa tratta.
STAGIONI CONSIGLIATE:
Informazioni sul percorso
DISLIVELLO: 820 D+, 1.270 D-
SVILUPPO: 22,4 km
DIFFICOLTÀ: EE = Escursionisti Esperti
TEMPO DI PERCORRENZA: 7h
TEMPO DI PERCORRENZA PARZIALE: Arrivo seggiovia Bric Rond (Prali 13 laghi) – Col Giulian 2h 15 min; Col Giulian- Col Bancet 1h 20 min; Col Bancet- Conca del Pra 3h
PUNTI D’ACQUA: alla partenza a Prali; fontana dopo il Col Giulian alle bergerie Alpe Giulian; all’arrivo alla Conca del Pra
Descrizione
Una tappa meravigliosa che dall’abitato di Prali, in Val Germanasca, porta alla suggestiva Conca del Prà a Bobbio Pellice. Tappa bella e panoramica che consente di visitare i 13 laghi di Prali; infatti all’arrivo della Seggiovia sarete accolti da diversi di laghetti di origine glaciale, splendidi nei mesi di giugno e luglio per l’abbondanza di acqua e per la fioritura dei rododendri che colora di rosso i pendii circostanti.
Tra resti di antiche fortificazioni ci si sposta, attraversando valli selvagge, su antiche strade militari in pietra fino al Colle Giulian, di fronte al quale svetta il Monviso. Il sentiero prosegue in un ambiente veramente suggestivo fino alla Conca del Prà a Bobbio Pellice, un vasto pianoro dal quale è possibile salire verso il Rifugio Granero ed agganciare il Gran Tour del Monviso oppure scendere verso Bobbio Pellice e la pianura.
Le Strade dei Forti percorre una parte del Sentiero del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi
Tappa lunga molto bella e panoramica. Presenta tanta varietà sia come paesaggio che come vegetazione che si incontra. Le tracce di fortificazioni variano dalle più evidenti e quelle più nascoste, dando uno spunto interessante per andare alla loro ricerca lungo il percorso.
All’arrivo della seggiovia Bric Rond si raggiunge la partenza del sentiero nel punto dove si trova una bacheca e si può godere di una magnifica vista sull’Alta Val Germanasca. Prima di imboccare il sentiero si possono osservare i resti del Ricovero del Cappello di Envie sulla destra e si può prendere il sentiero a sinistra che in 10 minuti porta ad un punto panoramico con vista sul Monviso.
Tornando indietro si imbocca quindi il sentiero in direzione 13 laghi, che porta a questa prima meta in 30 minuti circa.
All’arrivo ai 13 laghi si apre una bella conca che ospita, oltre ai laghi, anche i ricoveri militari costruiti tra fine ‘800 e inizio ‘900 e rimasti in funzione per oltre mezzo secolo. Ora abbandonati, quando attivi, erano presidiati e nei lunghi periodi di calma venivano abbelliti e personalizzati con decorazioni da chi li viveva e li abitava.
I laghi hanno origine glaciale e ad oggi la grande presenza di acqua favorisce la presenza di tanti animali tra cui le marmotte, che nelle praterie alpine trovano il luogo ideale per scavare la loro tana e trovare nutrimento giusto. E’ un luogo ideale per una pausa o anche solo per sedersi a osservare questo luogo speciale.
Da qui il percorso prosegue verso il Col Giulian (1h e 20min circa dai ricoveri dei 13 laghi) su un sentiero balcone sul quale si trovano delle camere da mina nei punti più strategici. L’ambiente è tranquillo e selvaggio, si attraversano due vallette e si giunge infine al colle che offre una spettacolare vista sul Monviso e sulla Val Pellice.
Sulla palina con le segnaletiche dei sentieri è presente anche il cartello delle Strade dei Forti.
Si imbocca il sentiero che scende in direzione Rifugio Willy Jervis e si snoda lungo il vallone tra mandrie di vacche al pascolo. In una quarantina di minuti si giunge alla bergeria Alpe Giulian, dove è possibile comprare dei prodotti caseari d’alpeggio e fare rifornimento di acqua alla fontana.
Si prosegue quindi sulla strada sterrata fino a un bivio per Colletta Faure, lì si imbocca il sentiero in salita che in 10 minuti porta alla Colletta delle Faure, un bel punto panoramico sulla valle. Riprendendo la strada sterrata si giunge al Col Bancet in un’ora.
Tutto questo tratto è una bellissima panoramica sull’alta Val Pellice che spesso alterna sole e passaggi di nebbia con il risultato di creare giochi di luce in un ambiente e un paesaggio mozzafiato.
Al Col Bancet si incontrano ruderi di un ricovero militare e la strada prosegue fino all’alpeggio Bancet. Qui può capitare di incontrare animali (bovini, ovini e caprini) liberi.
Dall’alpeggio si attraversa il prato tenendosi sulla destra, quindi costeggiando la montagna, ci sono diverse tracce lasciate dalle mucche (draie) e vanno bene tutte fino ad arrivare al bivio, dove si svolta in direzione Col Content, Conca del Prà e Alpe Crosenna.
Al Col Content è presente, un po’ nascosto sulla cresta, un bunker. Il sentiero prosegue per l’Alpe Crosenna, un alpeggio grande che si attraversa per imboccare la traccia segnata che scende seguendo il rio. Qui si trovano lungo il cammino subito dopo il ponte, una serie di camere da mina più piccole rispetto a quelle in Val Germanasca.
Si prosegue sul sentiero fino a incrociare la strada sterrata che porta alla Conca del Prà e incamminarsi su di essa a destra (in salita). A questo punto si può seguire sempre la strada oppure approfittare dei sentieri escursionistici che tagliano curve e tratti di strada fino alla Conca.
Se si desidera esplorare il territorio si può prendere in considerazione l’idea di soggiornare due notti presso una delle strutture presenti alla conca e fare in giornata un’escursione al Monte Granero: itinerario bello e che regala una splendida vista sul Monviso; oppure si può pernottare una notte alla Conca e la seguente al rifugio Granero per agganciare i sentieri che fanno parte del Giro del Monviso.
LUOGHI D’INTERESSE
Il ricovero n. 1 del Cappello di Envie venne costruito dal 3° Alpini nel 1889 in pietra e malta e fu anch’esso intonacato. Era composto da un piano con sette vani con pavimenti in legno e probabilmente presentava un tetto a doppia falda, successivamente modificato con un tetto piano come testimonierebbero alcuni rilievi. All’interno si trovavano quattro camerate per la truppa, l’alloggio per gli ufficiali e un piccolo magazzino. Gli accessi erano due, collocati sui lati corti del ricovero e dieci le finestre che illuminavano i locali. (rif. Bruno Usseglio)
Decenni di abbandono totale li hanno ridotti in condizioni precarie ma danno ancora bene l’idea di come dovevano essere quando erano in funzione. Occorre fare mente locale al fatto che, quando sono stati costruiti, non solo non esistevano mezzi meccanici per arrivare a quelle quote, ma non esisteva neanche la strada carrozzabile che oggi arriva a Praly e che sarebbe stata costruita nei primi decenni del ‘900. La conca dei Tredici Laghi ospita numerose strutture militari, le più importanti delle quali sono i Ricoveri Perrucchetti, costruiti tra il 1888 e i primi anni del ‘900 nell’ampio pianoro intorno al Lago della Draja e sui colli circostanti. Tra gli anni ’20 gli anni ’30 i ricoveri vennero risistemati dai militari del 3° Reggimento Alpini, in quanto servirono da punto di raccolta dei reparti e appoggio logistico alla difesa mobile effettuata durante la Seconda Guerra Mondiale, che aveva come obiettivo il Colle d’Abries. Lungo la mulattiera che dai Tredici Laghi va a sud-ovest verso il Colle Giulian, nel tratto in cui si percorre la Costa Belvedere, si trovano alcune camere da mina, realizzate probabilmente negli anni ’30 del ‘900, che servivano a far saltare la strada in caso di necessità. Su alcune targhe in pietra sono incisi i dati delle strutture.
La zona della Colletta delle Faure – Col Bancet è sempre stata storicamente considerata un luogo strategico, dal quale si domina buona parte dell’alta Val Pellice e si controllano i collegamenti con l’importante valico del Col Giulian, che porta in Val Germanasca (vedi la sezione dell’Atlante sulle “Opere minori in alta Val Pellice”). Delle strutture più antiche (trinceramenti, ridotte, ecc.) non rimane praticamente più traccia, sia per la deperibilità dei materiali con i quali furono costruite, sia per gli interventi antropici eseguiti negli anni successivi tra cui, in particolare, la pista agro-silvo-pastorale che da Villanova sale alla Colletta delle Faure e, da qui, un tronco raggiunge il Col Bancet e l’altro il Col Giulian. Poco sotto la Colletta sono ancora visibili i pochi resti di un baraccamento militare, realizzato forse già a fine ‘800. Poco più a monte, proprio sul valico, è possibile individuare i resti di un altro piccolo ricovero. Proseguendo poi fino al Colle Bancet, qui sono ben visibili lungo la pista sterrata i ruderi di un altro ricovero, edificato in posizione strategica per il controllo della sottostante vallate e dell’accesso al vicino Caposaldo del Col Content.
Fonte: Atlante opere fortificate
In una cartografia del 1940 al Col Content vengono indicate le posizioni delle opere 31, 32 e 33 poste a difesa del medesimo colle e segnalate come opere semplici, alla prova delle armi della fanteria. Le prime due sono ancora oggi riscontrabili in loco. Il mascheramento in pietra a vista che le ricopriva risulta in gran parte scivolato a valle. All’interno si trova un piccolo locale di servizio ai serventi. Le armi erano puntate in direzione dell’alpe Crosenna. All’interno delle strutture si possono notare sulle pareti delle scritte incise quali «G.I.S. W 40 MO», «W 1917» e diversi altri tra cui una falce e martello.
(rif. Bruno Usseglio)
I paesaggi di questa tappa
Il decalogo del viaggiatore
Prima di partire ricordati sempre queste poche regole utili ad organizzare e gestire il tuo cammino
1. Consulta sempre le previsioni del tempo
2. Utilizza un abbigliamento adeguato al percorso scelto
3. Scarica la traccia GPX sul tuo cellulare
4. In caso di emergenza chiama il 112
5. Avvisa sempre qualcuno della tua partenza e informalo sul percorso
6. Rispetta la flora, la fauna e le colture
7. Non gettare per terra fazzoletti di carta, lattine, bottiglie e sigarette
8. Riporta a casa i tuoi rifiuti o aspetta di trovare un cestino