Percorso
Ricordati di fare sempre attenzione alle previsioni del tempo.
Consigli sulle stagioni nelle quali intraprendere questa tratta.
STAGIONI CONSIGLIATE:
Informazioni sul percorso
DISLIVELLO: 865m D+, 340 D-
SVILUPPO: 19,8 km
DIFFICOLTÀ: E = Escursionistico
TEMPO DI PERCORRENZA: 8h
TEMPO DI PERCORRENZA PARZIALE: Perosa Argentina – Bec dauphin 2h 25min; Bec Dauphin – Vignal 1h 30 min; Vignal – Villaretto 1h 40 min; Villaretto – Mentoulles 1h 10min; Mentoulles – Fenestrelle 1h 30min
PUNTI D’ACQUA: fontane presso quasi tutte le borgate incontrate lungo il percorso
Descrizione
Una tappa ricca di spunti storici a partire da Perosa Argentina dove vi era in epoca francese un castello di origine medioevale con forma a trapezio e torri cilindriche. All’esterno, un fossato tagliava il crestone verso l’attuale borgata Forte. Il castello, nel 1593, venne demolito dalle truppe francesi. Sempre a Perosa Argentina vi sono ancora i ruderi del Bec Dauphin, antico Forte di San Giovanni Evangelista edificato per difendere la zona di confine dagli assedi durante la guerra franco savoiarda.
Si risale la Val Chisone attraversando borgate che testimoniano la vita di un tempo con fontane, lavatoi, murales fino a giungere a Fenestrelle, Città dei Forti, dove si incontrano numerose e antiche fortezze di contorno all’imponente e unico Forte di Fenestrelle, la grande muraglia delle Alpi che si erge risalendo la montagna con i suoi 4000 gradini.
Tappa ricca di spunti storici, culturali e naturalistici che si sviluppa partendo dalla bassa Val Chisone per terminare nell’alta Valle, salendo dolcemente.
Partendo da Perosa Argentina si sale al piazzale della piscina, si affianca il bocciodromo e poi sulla sinistra si segue il percorso attrezzato con pannelli lungo il vecchio canale fino a frazione Brancato per poi attraversare la provinciale (SR 23) e proseguire in salita verso frazione di Chialme seguendo le indicazioni per Prageria e Rio Agrevo. Dopo pochi metri si dimenticano i rumori della strada e ci si ritrova avvolti da roverelle, ciliegi, frassini, castagni e more! Poco prima della frazione Rio Agrevo si può far una deviazione e raggiungere in circa 15 minuti la Cascata della Pissa, meta molto amata da locali e villeggianti abituali!
Seguendo la traccia poco prima dell’ingresso alla frazione di Ciapella si prende un largo sentiero sulla sinistra (che si può anche agganciare da centro paese se si ha piacere di attraversarlo) che ci conduce al Bec Dauphin, simbolo per antonomasia della frontiera contesa tra Delfinato e Savoia e della sua storia travagliata.
Dopo una breve vista al Bec Dauphin, ancora ben visibile sia dalla SP23 che in loco, si riprende a camminare sull’antica strada reale fino a raggiungere le rovine della Casaforte Auruço Castello Auruccio, nominato a seguito di Oberto Aurus, maresciallo del Delfino di Vienna intorno al 1239, e poi si raggiunge la borgata di Lageard, sempre circondati da piante da frutta e aromatiche. Si attraversa la borgata e si prende il sentiero a mezzacosta fra i castagni che ci porta a Serre. Seguire la strada fino a Castel del Bosco, subito dopo la chiesa girare a destra e poi a sinistra seguendo in questo tratto il sentiero del Dahu per raggiungere Vignal e i suoi bellissimi murales. Vale la pena addentrarsi nella borgata che ammirare i suoi colori tra fiori e murales dipinti su muri e porte. Il sentiero prosegue accanto al lavatoio di borgata, dove è stata affissa la segnaletica delle Strade dei Forti, su una comoda mulattiera, passando sopra l’abitato di Roreto fino a raggiungere la strada, dove si gira a destra per raggiungere Balma. Tutto questo tratto è accompagnato da cespugli di rovi di more che offrono un ottimo e super gustoso spuntino e alberi di nocciole che offrono riparo dal sole.
Attraversando la frazione Balma si possono ammirare diversi murales raffiguranti momenti di vita tipici della vita quotidiana nella borgata nel passato, nonché tutti gli attrezzi che si usavano per i lavori agricoli. Lasciando il paese proseguire sulla mulattiera fino al ponte del rio Rouen, passato il ruscello seguire il sentiero sulla sinistra in direzione Villaretto (303).Si prosegue fino a raggiungere il centro della borgata e si scende per andare ad attraversare la SP23. Sul percorso si incontrano un negozio di alimentari con una buona scelta di prodotti, una tabaccheria molto ben fornita che vende articoli vari (da libri ad articoli da giardinaggio a quelli di prima necessità, alla ricarica telefonica, …) e un delizioso bar con spazio sia interno che esterno. Si continua a seguire la strada (SP23) fino a un bivio sulla sinistra (poco dopo il parcheggio con la fontana) che porta il percorso a scendere verso il torrente Chisone. La strada diventa sterrata, passa accanto al bacino artificiale e continua. Un cartello indica proprietà privata ma non c’è da preoccuparsi: il percorso piega a sinistra dopo qualche centinaio di metri!
Quella che si sta percorrendo è l’Antica Via dei Romani che sale nella valle fino ad arrivare a Pragelato, quasi prevalentemente sul versante dell’Inverso.
Questo tratto è ricco di noccioli che formano dei romantici archi sul sentiero e qualche raggio di sole che filtra fra le foglie regala dei colori splendidi. Si nota anche che ci si sta alzando di quota, spuntano infatti,sempre più abbondanti, le conifere. Al bivio si abbandona la Via dei Romani e si attraversa il ponte per risalire verso la borgata di Mentoulles. Raggiunta la strada principale la si segue per un breve tratto, fino alla sede del Parco Orsiera- Rocciavré e si imbocca la strada in discesa a sinistra seguendo le indicazioni per Granges. Sul percorso si incontrano un bar/trattoria e un negozio di alimentari con prodotti tipici del territorio. Si riattraversa il torrente e si può già individuare il Forte di Fenestrelle sul costone della montagna a destra. Ci si reimmette sulla Via dei Romani, che in questo punto è una strada bianca che costeggia il torrente e al bivio si tiene la sinistra superando un parco giochi e tavoli da picnic disseminati sulla pista, fino ad arrivare all’abitato di Chambons. Questa frazione vide sorgere la Ribellione delle Donne nel 1898, una ribellione portata avanti per proteggere la Selva, che ricopre tutto il versante sopra l’abitato, dall’esbosco. La Selva, chiamata appunto, di Chambons, aveva infatti la funzione primaria di proteggere la borgata dai rischi di valanghe e smottamenti del terreno. Le donne si organizzarono per difendere la selva dall’imminente taglio e… la salvarono! Oggi questa zona è visitabile grazie ad un sentiero escursionistico che è stato attrezzato per consentire di immergersi in un paesaggio storico-naturalistico di grande pregio. All’interno della selva sono presenti anche alberi monumentali: dei magnifici larici, giganti buoni dalla chioma formata da morbidi aghi verde chiaro che si ergono a protezione della loro montagna.
- https://www.parchialpicozie.it/news/detail/29-12-2021-la-selva-di-chambons-e-la-ribellione-delle-donne/
- https://www.parchialpicozie.it/news/detail/04-01-2022-la-selva-del-chambons-e-la-ribellione-delle-donne-parte-seconda/
Superata la selva si prosegue fino a raggiungere la centrale idroelettrica e la Ridotta Carlo Alberto ben visibile poiché svetta sopra gli alberi lungo il torrente. Da qui si può scegliere se seguire la strada che si alza inerpicandosi leggermente a sinistra dopo la centrale, solitamente meno frequentata, oppure imboccare nuovamente la strada dei Romani proseguendo dritto lungo il torrente. Le due strade si ricongiungono poco prima dell’ingresso a Fenestrelle, all’altezza del ponte. Salendo ancora un po’ sulla stessa strada in direzione opposta a quella di Fenestrelle è possibile visitare i ruderi del Forte Mutin, ovvero la “prima fortezza di Fenestrelle”, che sorse a fine ‘600 a opera dei francesi per proteggere l’allora Val Pragelato (francese) dal pericolo di attacchi dei Savoia. Una bella passeggiata guidata da pannelli esplicativi conduce i visitatori tra le suggestive rovine immerse nel bosco.
Scendendo dal Forte Mutin, si attraversa il ponte per entrare in Fenestrelle. Si sorpassa la scuola e si sale in via Roma per arrivare alla via centrale della cittadina: via Umberto I. Qui si può trovare un negozio di alimentari, diversi bar e ristoranti, un negozio di tessuti e uno di abbigliamento tecnico da montagna, due saloni da parrucchieri e molto altro! Passeggiando per le antiche vie del paese si può assaporare la sua storia, strettamente intrecciata alla storia dell’omonimo Forte.
All’epoca dell’edificazione e in seguito in tutto il periodo di attività del Forte, Fenestrelle era infatti una cittadina molto viva, con tanti locali e attività legate alla vita degli abitanti sia delle borgate che della fortezza stessa.
Per maggiori informazioni su Fenestrelle la Città dei Forti: https://www.fenestrellecittadeiforti.it/
LUOGHI D’INTERESSE
Ben 1000 anni fa, quando Perosa Argentina era un piccolo borgo di casette, si ergeva un castello sul promontorio di Poggio Oddone. La prima notizia relativa a questo edificio risale al 1064, quando venne donato all’abbazia di Santa Maria di Pinerolo. Nella metà del 1200 passò nelle mani dei Savoia.Negli anni 1560-61 venne usato nella guerra antivaldese e divenne il quartier generale del conte Costa della Trinità.Durante la dominazione francese dal 1536 al 1574 vennero fatti dei lavori e la struttura rinforzata. Quando nel 1574 il Duca di Savoia Emanuele Filiberto riuscì a ottenere dal re di Francia le città di Savigliano e Pinerolo chiese anche la remissione del castello, che venne affidato al comandante Pietro Turta. Seguirono vicissitudini varie. Oggi non sono facilmente individuabili i resti del castello, tranne una casamatta seminterrata con volta a botte risalente al XVI secolo e resti della torre circolare di nord est affiorati durante i lavori per la realizzazione di un traliccio dell’alta tensione.
Salendo da Perosa verso Sestriere, tra la borgata Brandoneugna e Meano si nota sulla parete di roccia che sovrasta la strada statale 23 un rudere di muraglione, posto su uno sperone roccioso cheincombe sul torrente Chisone e sulla strada stessa: è quello che rimane della fortezza del Bec Dauphin, punto panoramico della Antica Strada Reale.
Questo forte venne costruito nel 1597 dal duca Carlo Emanuele I di Savoia, sul confine tra il Piemonte e il Delfinato (Francia). Progettato dall’ingegnere militare Ascanio Vittozzi aveva lo scopo di fermare gli eretici Valdesi che risiedevano nell’alta Val Chisone.
Fonte: Turismo Piemonte
Nella frazione di Mentoulles (comune di Fenestrelle) si trova una delle sedi operative del parco naturale dell’Orsiera Rocciavrè. Istituito nel 1980, questo parco è stato unito nel 2012 a quelli dei laghi di Avigliana, Val Troncea, Gran Bosco di Salbertrand e ad alcune riserve sotto la guida dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie.
Chambons è oggi una frazione del comune di Fenestrelle. Nota da tanto tempo è la sua selva: un bosco che da diversi secoli svolgeva l’importante funzione di proteggere il sottostante abitato dal rischio di valanghe e smottamenti. Per questa ragione i regolamenti comunali hanno sempre normato con particolare attenzione i comportamenti da tenere al suo interno, insieme a tanti altri boschi che svolgevano lo stesso compito e di cui oggi si è persa parzialmente la memoria. Era gestita non soltanto la raccolta del legname al suo interno, ma anche il pascolo di animali a corna e/o lanuti, indicazione un tempo per distinguere i bovini e gli ovi-caprini. Un bel sentiero segnalato e arricchito da bacheche consente di raggiungere dei larici secolari riconosciuti e protetti a livello regionale e nazionale come alberi monumentali. (Rif. Bruno Usseglio)
Fortezza situata nel fondovalle, sulle rive del Chisone, costruita nel 1836/37 e dotato di una porta per sbarrare il passaggio verso Fenestrelle e la strada per la Francia. A questo scopo sostituì il forte Mutin, parzialmente demolito negli stessi anni della costruzione della ridotta. Nel 1944 fu parzialmente distrutto dai partigiani per svolgere un’azione di ostacolo contro la Wehrmacht.
Fonte: Fenestrelle città dei forti
La fortezza fu edificata a partire dal 1694 dai francesi, in quanto a quel tempo l’alta valle era territorio della corona di Francia.
Venne assediato dai Savoia nel 1708 e dopo alcuni giorni di strenua difesa, fu costretto alla resa.
I Savoia nel 1727 iniziarono la costruzione del forte sul versante opposto della valle, e il forte Mutin venne integrato nel sistema difensivo fino agli anni trenta dell’ottocento, quando venne parzialmente smantellato. Della struttura originaria, a pianta pentagonale, rimangono oggi solo tracce della parte orientale.
Fonte: Turismo Torino
Il Forte di Fenestrelle fece il suo ingresso sul palcoscenico della Storia nell’autunno del 1727, quando l’ingegner Ignazio Bertola, su richiesta del re Vittorio Amedeo II, presentò il progetto di un’opera che aveva del fantastico: una grande muraglia, costellata da più opere fortificatorie, posta a sbarramento della valle del Chisone contro le invasioni straniere.
La sua architettura ha dell’incredibile: si sviluppa sul crinale della montagna per una lunghezza di oltre 3 chilometri, con una superficie complessiva è di 1.350.000 metri quadrati e un dislivello tra il primo e l’ultimo corpo di fabbrica di circa 600 metri. Osservandolo nel suo insieme ci si trova di fronte ad un’opera fuori da ogni canone, se riferito alle precedenti tecniche di difesa fortificatoria, per le sue gigantesche dimensioni e l’articolazione dei suoi fabbricati.
I lavori di costruzione iniziarono nella primavera del 1728 sotto la direzione dello stesso Bertola coadiuvato dall’ingegner Varino de la Marche, e si protrassero per oltre un secolo. L’ultimo cantiere chiuse nel 1850. Negli anni di maggiore impegno operativo, il numero degli addetti ai lavori superò le quattromila unità. Poco alla volta nasceva quella che diventerà la più grande fortezza alpina d’Europa.La denominazione Forte di Fenestrelle, con cui viene indicata, non è propriamente esatta in quanto non si tratta di un singolo forte, ma di un complesso fortificato composto da otto opere difensive, alcune grandi come il Forte San Carlo, ed altre piccole come la Ridotta Santa Barbara, ma ognuna di esse aveva un ruolo specifico nelle strategie di difesa. Tutte le strutture sono collegate tra di loro attraverso percorsi sia interni sia esterni, ma soprattutto attraverso la nota “scala coperta”, un’opera che si distingue per la sua unicità: 4000 scalini, protetti da mura spesse due metri, s’inerpicano sul pendio della montagna, come una lunga galleria che si snoda ininterrottamente per più di due chilometri.
Al seguente link www.parchialpicozie.it, nella home page, troverai notizie, eventi, curiosità, social
Scarica l’App Alpi Cozie outdoor
I paesaggi di questa tappa
Il decalogo del viaggiatore
Prima di partire ricordati sempre queste poche regole utili ad organizzare e gestire il tuo cammino
1. Consulta sempre le previsioni del tempo
2. Utilizza un abbigliamento adeguato al percorso scelto
3. Scarica la traccia GPX sul tuo cellulare
4. In caso di emergenza chiama il 112
5. Avvisa sempre qualcuno della tua partenza e informalo sul percorso
6. Rispetta la flora, la fauna e le colture
7. Non gettare per terra fazzoletti di carta, lattine, bottiglie e sigarette
8. Riporta a casa i tuoi rifiuti o aspetta di trovare un cestino