Percorso
Ricordati di fare sempre attenzione alle previsioni del tempo.
Consigli sulle stagioni nelle quali intraprendere questa tratta.
STAGIONI CONSIGLIATE:
Informazioni sul percorso
DISLIVELLO: 706 m D+, 1.698 m D-
SVILUPPO: 16,8 km
DIFFICOLTÀ: E = Escursionisti
Tappa con un dislivello in discesa importante, si consiglia di portare con sé i bastoncini da trekking. Nel caso si considerasse troppo faticosa la discesa è possibile arrivare a Bobbio Pellice attraverso il sentiero che sale alla Conca del Prà (di cui se ne percorre un tratto durante la tappa precedente)
TEMPO DI PERCORRENZA: 6/7h (dipende se si fa la visita al giardino botanico)
TEMPO DI PERCORRENZA PARZIALE: Conca del Prà-Ricoveri Colletta 2h; Ricoveri Colletta-Ricoveri Autagna 1h 45 min; Ricoveri Autagna- Bobbio Pellice 2h
PUNTI D’ACQUA: solo alla partenza, a borgata Rostagni (a pochi km dall’arrivo) e a Bobbio Pellice (l’arrivo)
Descrizione
Tappa che offre un graduale cambio di ambiente e che si sviluppa prevalentemente in discesa. Dopo una salita iniziale dalla Conca del Prà fino ai Ricoveri Colletta e il Giardino botanico Peyronel, inizia la discesa su strada sterrata e in seguito su mulattiera: il Sentiero dell’Autagna.
Vale sicuramente la visita al giardino botanico Peyronel che offre un panorama bellissimo sulla conca e le sue montagne. Questa tappa consente di raggiungere l’abitato di Bobbio Pellice dove sono presenti i trasporti pubblici che conducono verso Pinerolo e Torino.
Le Strade dei Forti percorre una parte del Sentiero del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi
Tappa che offre un graduale cambio di ambiente e che si sviluppa prevalentemente in discesa. Dopo una salita iniziale dalla Conca del Prà fino ai Ricoveri Colletta e il giardino botanico Peyronel, inizia la discesa su strada sterrata e in seguito su mulattiera.
Dal Rifugio Jervis ci si incammina sulla strada che scende verso il torrente, curvando verso sinistra quando lo si incontra e poi si attraversa il ponte sul quale si trovano diverse indicazioni sentieristiche tra cui quella delle Strade dei Forti. Superato il ponte si imbocca il sentiero dritto che parte dalla strada in direzione Rifugio Barant e Rifugio Barbara Lowrie. Il sentiero si immette poi sulla strada sterrata che sale fino al Colle Barant e si può scegliere se seguire fedelmente la strada (percorso più lungo e con pendenza più dolce e regolare) oppure approfittare dei sentieri per escursionisti che tagliano i tornanti segnati in bianco-rosso (percorso più breve ma un po’ più ripido).
Nella Conca del Prà spesso le nuvole viaggiano rapide creando giochi di luce e affascinanti alternanze tra nebbia e sole. La flora e la fauna in questo tratto rispecchiano queste specifiche caratteristiche micro-climatiche: grazie all’umidità presente troviamo infatti felci, ontani e salici oltre che larici e rododendri. E’ facile anche scorgere a bordo sentiero/ strada un anfibio tipico di questa zona: la Salamandra Lanzai. Anfibio adatto all’ambiente montano, presenta una pelle color liquirizia e lucida. Parte della respirazione degli anfibi adulti avviene proprio attraverso la pelle che infatti è molto sottile, delicata e sempre umida. Si raccomanda quindi di non toccare mai le salamandre a mani nude per non rischiare di danneggiarle e di fare attenzione a non pestarle.
Proseguendo sulla strada si incontra sulla destra il bellissimo giardino botanico Bruno Peyronel (https://www.giardinopeyronel.it/ ). Nei mesi di luglio e agosto questo spettacolare giardino in quota è gestito da guide volontarie che accompagnano lungo il percorso didattico per far scoprire le meraviglie della flora alpina. La casa di appoggio delle guide volontarie all’interno del giardino è inoltre un ex caserma/ricovero militare riadattato e poco più in alto è possibile vedere un bunker che si affaccia sulla conca sottostante.
Questa zona presenta anche un punto panoramico eccezionale sulla conca del Prà e le montagne attorno che la abbracciano ad anfiteatro.
Per proseguire sul nostro itinerario, si ripercorre al contrario l’ultimo tratto di strada effettuata in salita fino ad un bivio su un tornante. Da qui si lascia la strada per imboccare un sentiero in discesa che in 2h 20 minuti circa ci porta a L’Autagna (seguire le indicazioni per Castellina, l’Autagna).
Si tratta di una bella mulattiera che si snoda sul versante nord est. La vegetazione cambia e dolcemente il bosco si infittisce trasformandosi ad un certo punto in una splendida faggeta.
Quando si raggiunge la segnaletica dei ricoveri militari de l’Autagna si può fare una piccola deviazione per osservali. Nonostante la loro grandezza, sono nascosti dentro un bosco giovane ed è una sorpresa trovarseli davanti.
Il sentiero prosegue in discesa, si attraversa un rio e al bivio si prende la strada a sinistra (sempre in discesa) per girare a destra su una strada sterrata subito prima del ponte. Dopo una decina di metri sono visibili i segni bianco-rossi della segnaletica sentieristica. La strada in questo tratto finale costeggia il torrente Pellice e accompagna da una borgata all’altra tra salite dolci e piccole discese. Si segue sempre il corso del torrente per orientarsi qualora si avessero dubbi sulla direzione da prendere. Quando la sterrata si immette sulla strada asfaltata la si segue per un breve tratto e poi si gira a sinistra in direzione borgata Rostagni, dove si tiene la strada sulla sinistra per attraversare il paese. Qui c’è una fontana, dove potersi dissetare e fare un po’ di scorta di acqua. Alla fine del paese si imbocca il sentiero segnato bianco-rosso leggermente sulla sinistra. Questo sentiero attraversa prima un prato e poi un pezzo di bosco per reimmettersi su una strada sterrata da prendere verso destra. Si passa nuovamente dentro a un bosco dove si possono osservare i resti di un bunker e i ricoveri Ferrera. Proseguendo si oltrepassa la borgata Lauset e al bivio si trovano le indicazioni per la “Pista bassa”. Si tratta di una bella mulattiera piacevole da percorrere fino al bivio successivo, quando ci si immette sulla strada sterrata girando a destra e la si segue tra sali e scendi fino ad arrivare alla strada asfaltata di fianco al campeggio. Qui si attraversa il ponte per entrare in Bobbio Pellice.
LUOGHI D’INTERESSE
ll 3.841 m s.l.m. detto anche Re di Pietra è la montagna più alta delle Alpi Cozie e dell’omonimo gruppo montuoso, compreso nella sottosezione delle Alpi del Monviso, in Piemonte. Conosciuto anche perché ai suoi piedi (Pian del Re) si trova la sorgente del fiume Po, il corso d’acqua più lungo d’Italia, dal 29 maggio 2013 è diventato patrimonio dell’UNESCO come riserva della biosfera transfrontaliera con la Francia, inoltre dal 2016 esso fa parte del parco naturale del Monviso sul settore italiano, mentre su quello francese insiste il parco naturale del Queyras. Con una prominenza di 2.062 metri, la decima dell’intero arco alpino e la ventitreesima in tutta Europa, la montagna è ben visibile dalla Pianura Padana occidentale per via della sua forma piramidale e la sua altezza di oltre 500 metri superiore ai picchi.
Fonte: Wikipedia
L’anello di più tappe attorno al Monviso si svolge in una cornice paesaggistica unica, offrendo molteplici scorci panoramici sui diversi profili del “Re di Pietra” e l’esperienza di una natura protetta da due parchi naturali. Lungo il cammino si incontrano le ardite pareti rocciose che caratterizzano le porzioni sommitali del massiccio del Monviso, i laghetti cristallini dai reflessi verde-azzurro sul valico di S. Chiaffredo, i contorti pini cembri del Bosco de l’Alevé e gli splendidi specchi d’acqua dell’alta Valle Po. Inoltre, non meno spettacolari sono i passaggi panoramici del Sentiero del Postino, lo storico Buco di Viso, i vasti spazi del Queyras e l’eccezionale belvedere della Cima Losetta. Il Giro del Monviso “classico” può essere affrontato partendo da una delle valli italiane (Valle Po o Valle Varaita) oppure dalla Valle del Guil, in Francia. L’anello richiede da 2 a 5 giorni di cammino, a seconda dell’allenamento degli escursionisti, incontrando numerosi rifugi lungo il percorso. Per chi dispone di più tempo (1-2 giorni aggiuntivi) e gambe più resistenti può essere interessante estendere il giro anche all’alta Val Pellice, ammirando la splendida Conca del Prà e la selvaggia Comba dei Carbonieri, dove comodi posti tappa offrono un ottimo punto d’appoggio (il cosiddetto “Gran Tour del Monviso”).
Accanto al rifugio Granero vi aspetta un lago alpino di buone dimensioni noto per la sua bellezza soprattutto in periodo primaverile dove è circondato da fiori di ogni colore. Inoltre la salita al rifugio nel mese di giugno è un autentico bagno in un ‘mare’ di rododendri.
I paesaggi di questa tappa
Il decalogo del viaggiatore
Prima di partire ricordati sempre queste poche regole utili ad organizzare e gestire il tuo cammino
1. Consulta sempre le previsioni del tempo
2. Utilizza un abbigliamento adeguato al percorso scelto
3. Scarica la traccia GPX sul tuo cellulare
4. In caso di emergenza chiama il 112
5. Avvisa sempre qualcuno della tua partenza e informalo sul percorso
6. Rispetta la flora, la fauna e le colture
7. Non gettare per terra fazzoletti di carta, lattine, bottiglie e sigarette
8. Riporta a casa i tuoi rifiuti o aspetta di trovare un cestino