Percorso
Ricordati di fare sempre attenzione e verificare le previsioni del tempo.
Consigli sulle stagioni nelle quali intraprendere questa tratta.
STAGIONI CONSIGLIATE:
Informazioni sul percorso
DISLIVELLO: Salita 900 m Discesa 120 m
SVILUPPO: 44,8 km
DIFFICOLTÀ: BC Buone capacità tecniche
TEMPO DI PERCORRENZA: 4h e 30 min / 5h e 30 min
TEMPO DI PERCORRENZA PARZIALE: Da Pinerolo a Perosa Argentina 1h e 30 min / 2h; da Perosa Argentina a Villaretto 2h / 2h e 30 min; da Villaretto a Fenestrelle 1h
NOTE TECNICHE: questa seconda tappa parte da Pinerolo ed entra nella bassa Val Chisone. E’ caratterizzata da una notevole discontinuità di percorso e di pendenze. Sono anche presenti delle parti tecnicamente impegnative sia in salita che in discesa per via delle pendenze e del fondo, in alcuni tratti smosso ma pur sempre ciclabile, anche se con attenzione e con buone capacità di guida.
Sono presenti parecchie fontane e si attraversano diversi centri abitati dove è possibile rifornirsi di quanto necessario, in particolare Perosa Argentina, ma anche Villaretto e Fenestrelle. Alcuni attraversamenti nella città di Pinerolo e della strada regionale 23 impongono cautela ed attenzione che comunque non devono mai mancare.
Descrizione
La tappa Pinerolo – Fenestrelle permette di addentrarsi nella Val Chisone, percorrendo diversi paesi di fondovalle e un tratto della Via Napoleonica.
Il percorso presenta discontinuità e pendenze diverse, e si svolge in parte su asfalto e in parte su sterrato.
Si attraversano boschi, prati, borgate fino al giungere al Forte di Fenestrelle, la grande muraglia Piemontese che, con i suoi 4000 gradini, si inerpica sulla montagna; uno spettacolo assolutamente da non perdere.
LUOGHI D’INTERESSE LUNGO LA TAPPA
Il Castello di Miradolo è situato all’imbocco della Val Chisone e della Val Pellice, da dove si gode una meravigliosa vista sul Monviso. È costituito da una parte nobiliare e da una zona rustica, che tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento assumono una conformazione molto simile all’attuale. Dal Castello di Miradolo si gode una meravigliosa vista sul Monviso.
A fine 700 Maurizio Massel di Caresana trasforma l’antica cascina di Miradolo in residenza nobile. Dopo anni di decadimento, a seguito della morte dell’ultima erede, il castello rinasce grazie al lavoro della Fondazione Cosso, dal 2008 ad oggi.
Fonte: Fondazione Cosso
Questo piccolo borgo accoglie il visitatore con oltre 100 piante di ortensie, in epoca francese fu sede di un piccola ridotta.
Il Parco e la costruzione di Villa Widemann al suo interno risalgono al 1940. La loro costruzione è stata voluta da Vittorio Widemann, proprietario dell’ex Cotonificio, attivo in Val Chisone fino alla metà degli anni Settanta. La proprietà venne acquisita dal comune del 1979. Il complesso è adibito a Municipio e a Parco attrezzato aperto al pubblico, in centro paese, un’area giochi attrezzata e numerose panchine consentono di fruire di gradevoli angoli del giardino. Il Parco fa parte della rete OrtensieTO – Distretto delle Ortensie del Pinerolese e conta oltre 200 piante di ortensie.
Fonte: Comune San Germano Chisone
Dal Parco Comunale Villa Widemann ha inizio il percorso storico-naturalistico Verde Acqua, che si snoda lungo la destra orografica dell’asta del Chisone e terreni limitrofi, fino a raggiungere il bacino di Villar Perosa, ed evidenzia buone condizioni di naturalità.
Il territorio comprende infatti un ecosistema formato da prati pianeggianti e da un bosco planiziale e ripario di fondovalle che presenta aspetti di indubbio valore paesaggistico e vegetazionale ed è un’oasi di rifugio per una considerevole avifauna di passo e stanziale, tra cui segnaliamo l’airone cenerino e il germano reale.
Il vino ramìe è una doc prodotta nei soli comuni di Pomaretto e Perosa Argentina, con uve autoctone quali Avanà, Avarengo, Chatus, Becuer e Neretto su terrazzamenti ricavati in versanti dalla marcata pendenza. Il sentiero del ramìe si snoda nel comune di Pomaretto e attraversa questi terrazzamenti, permettendo di vedere i vari ciabot (piccole costruzioni per il ricovero degli attrezzi) e la monorotaia per facilitare la coltivazione di questi vigneti, che rientrano a pieno titolo nella classificazione di “eroici”. Il Ramìe prende il nome dai rami che si ricavano dal disboscamento effettuato per fare spazio ai nuovi terrazzamenti.
Il percorso ad anello sale sul ripido versante esposto a sud dove vengono allevate le diverse varietà di uve, offrendo spettacolari scorci panoramici sulla valle e sul paese.
Fonte: Terre del dahu, Itinerari del gusto
Pomaretto Comune Fiorito è un progetto nato nel 2010 e culminato con la partecipazione al concorso europeo in Slovenia e a quello mondiale in Canada e con il premio “Comune più Fiorito d’Italia”nel 2018, conquistando il cartello con i quattro fiori oro anziché rossi.
Punto forte del paese è la partecipazione spontanea dei cittadini. Molto curate le rotonde nelle vie principali. Molto particolare quella all’ingresso all’interno della quale è stato ricostruito un mulino ad acqua perfettamente funzionante. Nel paese è possibile ammirare parecchi scorci caratteristici come gli antichi lavatoi, ripresi e fioriti per esaltarne la bellezza.
Un brivido a oltre 100 km/h. Il Volo del Dahu attraversa in volo la val Germanasca che si apre sotto i tuoi piedi con la zipline, sorvola le vigne eroiche dove si coltiva il vino Ramìe, respira a pieni polmoni l’aria fresca di montagna lanciandoti a tutta velocità. Un’avventura da vivere in sicurezza per provare sulla propria pelle un minuto di pura adrenalina e scoprire il paesaggio con occhi completamente nuovi.
Il volo del Dahu in numeri: 100 metri di lunghezza della zipline; 150 metri di altezza dal suolo; 120 km/h di velocità. Il volo dura in media 45 secondi, con una velocità massima di circa 120 km/h nella parte iniziale (tempo e velocità dipendono dal tuo peso, dal vento e da altri fattori non dipendenti dalla struttura.
La Scuola Latina è un centro di cultura locale, inaugurato nel 2006 e gestito dall’Associazione “Amici della Scuola Latina”, che si occupa prevalentemente di cultura materiale (in alcune sale è presente un’esposizione sui mestieri tradizionali) e lingue minoritarie (occitano, francese).
Il parco della Pace e della Resistenza si trova nei pressi della borgata Forte ed ospita il Faro della Libertà, eretto dal comune di Perosa Argentina per commemorare i suoi caduti, e, dal 2021, la Big Bench. Il parco, immerso nella natura, sorge sui resti di Poggio Oddone, fortificazione medievale abbattuta negli anni a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo. In origine era PodiumOdonis, dal nome di Oddone di Savoia, la cui vedova Contessa Adelaide, concedeva all’abbazia benedettina di Santa Maria di Pinerolo, da lei fondata, tutti i diritti di sovranità feudale e di proprietà fondiaria sugli uomini e sulle cose di Perosa e di San Martino.
Questo punto panoramico offre una splendida vista sulla bassa Val Chisone e sul comune di Pomaretto ed è raggiungibile esclusivamente a piedi.
Fonte: Proloco
I rifugi antiaerei di Via Roma sono nati durante la II guerra mondiale, quando gli anglo-americani lanciarono bombe contro gli italo-tedeschi per distruggere le industrie belliche. Uno dei due rifugi di Perosa è stato costruito nel 1941 e poteva ospitare da 61 a 82 persone. Mentre il secondo rifugio di Via Roma risale al periodo 1943-44 ed è stato costruito a seguito delle ripetute ed insistenti richieste della popolazione. Aveva una capienza di 344 persone ed un ‘camino’ di 17 metri. Durante la visita si rivivono, grazie ad effetti sonori, le emozioni provate durante le lunghe ore passate nei rifugi nel momento del pericoloso bombardamento
Fonte: Proloco
Ben 1000 anni fa, quando Perosa Argentina era un piccolo borgo di casette, si ergeva un castello sul promontorio di Poggio Oddone. La prima notizia relativa a questo edificio risale al 1064, quando venne donato all’abbazia di Santa Maria di Pinerolo. Nella metà del 1200 passò nelle mani dei Savoia.Negli anni 1560-61 venne usato nella guerra antivaldese e divenne il quartier generale del conte Costa della Trinità.Durante la dominazione francese dal 1536 al 1574 vennero fatti dei lavori e la struttura rinforzata. Quando nel 1574 il Duca di Savoia Emanuele Filiberto riuscì a ottenere dal re di Francia le città di Savigliano e Pinerolo chiese anche la remissione del castello, che venne affidato al comandante Pietro Turta. Seguirono vicissitudini varie. Oggi non sono facilmente individuabili i resti del castello, tranne una casamatta seminterrata con volta a botte risalente al XVI secolo e resti della torre circolare di nord est affiorati durante i lavori per la realizzazione di un traliccio dell’alta tensione.
Salendo da Perosa verso Sestriere, tra la borgata Brandoneugna e Meano si nota sulla parete di roccia che sovrasta la strada statale 23 un rudere di muraglione, posto su uno sperone roccioso cheincombe sul torrente Chisone e sulla strada stessa: è quello che rimane della fortezza del Bec Dauphin, punto panoramico della Antica Strada Reale.
Questo forte venne costruito nel 1597 dal duca Carlo Emanuele I di Savoia, sul confine tra il Piemonte e il Delfinato (Francia). Progettato dall’ingegnere militare Ascanio Vittozzi aveva lo scopo di fermare gli eretici Valdesi che risiedevano nell’alta Val Chisone.
Fonte: Turismo Piemonte
Nella frazione di Mentoulles (comune di Fenestrelle) si trova una delle sedi operative del parco naturale dell’Orsiera Rocciavrè. Istituito nel 1980, questo parco è stato unito nel 2012 a quelli dei laghi di Avigliana, Val Troncea, Gran Bosco di Salbertrand e ad alcune riserve sotto la guida dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie.
Chambons è oggi una frazione del comune di Fenestrelle. Nota da tanto tempo è la sua selva: un bosco che da diversi secoli svolgeva l’importante funzione di proteggere il sottostante abitato dal rischio di valanghe e smottamenti. Per questa ragione i regolamenti comunali hanno sempre normato con particolare attenzione i comportamenti da tenere al suo interno, insieme a tanti altri boschi che svolgevano lo stesso compito e di cui oggi si è persa parzialmente la memoria. Era gestita non soltanto la raccolta del legname al suo interno, ma anche il pascolo di animali a corna e/o lanuti, indicazione un tempo per distinguere i bovini e gli ovi-caprini. Un bel sentiero segnalato e arricchito da bacheche consente di raggiungere dei larici secolari riconosciuti e protetti a livello regionale e nazionale come alberi monumentali. (Rif. Bruno Usseglio)
Fortezza situata nel fondovalle, sulle rive del Chisone, costruita nel 1836/37 e dotato di una porta per sbarrare il passaggio verso Fenestrelle e la strada per la Francia. A questo scopo sostituì il forte Mutin, parzialmente demolito negli stessi anni della costruzione della ridotta. Nel 1944 fu parzialmente distrutto dai partigiani per svolgere un’azione di ostacolo contro la Wehrmacht.
Fonte: Fenestrelle città dei forti
La fortezza fu edificata a partire dal 1694 dai francesi, in quanto a quel tempo l’alta valle era territorio della corona di Francia.
Venne assediato dai Savoia nel 1708 e dopo alcuni giorni di strenua difesa, fu costretto alla resa.
I Savoia nel 1727 iniziarono la costruzione del forte sul versante opposto della valle, e il forte Mutin venne integrato nel sistema difensivo fino agli anni trenta dell’ottocento, quando venne parzialmente smantellato. Della struttura originaria, a pianta pentagonale, rimangono oggi solo tracce della parte orientale.
Fonte: Turismo Torino
Il Forte di Fenestrelle fece il suo ingresso sul palcoscenico della Storia nell’autunno del 1727, quando l’ingegner Ignazio Bertola, su richiesta del re Vittorio Amedeo II, presentò il progetto di un’opera che aveva del fantastico: una grande muraglia, costellata da più opere fortificatorie, posta a sbarramento della valle del Chisone contro le invasioni straniere.
La sua architettura ha dell’incredibile: si sviluppa sul crinale della montagna per una lunghezza di oltre 3 chilometri, con una superficie complessiva è di 1.350.000 metri quadrati e un dislivello tra il primo e l’ultimo corpo di fabbrica di circa 600 metri. Osservandolo nel suo insieme ci si trova di fronte ad un’opera fuori da ogni canone, se riferito alle precedenti tecniche di difesa fortificatoria, per le sue gigantesche dimensioni e l’articolazione dei suoi fabbricati.
I lavori di costruzione iniziarono nella primavera del 1728 sotto la direzione dello stesso Bertola coadiuvato dall’ingegner Varino de la Marche, e si protrassero per oltre un secolo. L’ultimo cantiere chiuse nel 1850. Negli anni di maggiore impegno operativo, il numero degli addetti ai lavori superò le quattromila unità. Poco alla volta nasceva quella che diventerà la più grande fortezza alpina d’Europa.La denominazione Forte di Fenestrelle, con cui viene indicata, non è propriamente esatta in quanto non si tratta di un singolo forte, ma di un complesso fortificato composto da otto opere difensive, alcune grandi come il Forte San Carlo, ed altre piccole come la Ridotta Santa Barbara, ma ognuna di esse aveva un ruolo specifico nelle strategie di difesa. Tutte le strutture sono collegate tra di loro attraverso percorsi sia interni sia esterni, ma soprattutto attraverso la nota “scala coperta”, un’opera che si distingue per la sua unicità: 4000 scalini, protetti da mura spesse due metri, s’inerpicano sul pendio della montagna, come una lunga galleria che si snoda ininterrottamente per più di due chilometri.
I paesaggi di questa tappa
Per maggiori informazioni sulla città di Pinerolo
Il decalogo del viaggiatore
Prima di partire ricordati sempre queste poche regole utili ad organizzare e gestire il tuo cammino
1. Consulta sempre le previsioni del tempo
2. Utilizza un abbigliamento adeguato al percorso scelto
3. Scarica la traccia GPX sul tuo cellulare
4. In caso di emergenza chiama il 112
5. Avvisa sempre qualcuno della tua partenza e informalo sul percorso
6. Rispetta la flora, la fauna e le colture
7. Non gettare per terra fazzoletti di carta, lattine, bottiglie e sigarette
8. Riporta a casa i tuoi rifiuti o aspetta di trovare un cestino