Percorso
Ricordati di fare sempre attenzione alle previsioni del tempo.
Consigli sulle stagioni nelle quali intraprendere questa tratta.
STAGIONI CONSIGLIATE:
Informazioni sul percorso
DISLIVELLO: 951 D+, 1.551 D-
SVILUPPO: 21 km
DIFFICOLTÀ: EE = Escursionisti Esperti
Tappa molto bella nonché abbastanza impegnativa, soprattutto la discesa sulla Val Germanasca. La maggior parte degli operatori telefonici funzionano nel tratto in salita (lato Val Troncea), mentre non c’è campo da sotto il Colle del Pis fino a Balsiglia (non funziona né la rete internet né la linea normale). Valutare bene le condizioni meteo prima di partire e munirsi di un’abbondante scorta di acqua poiché non ci sono fontane né sorgenti per la maggior parte del percorso.
TEMPO DI PERCORRENZA: 6/7h
TEMPO DI PERCORRENZA PARZIALE: Rifugio Mulino di Laval- Clot de la Soma 2h 15 min; Clot de la Soma- Cascata del Pis 2h 20 min; Cascata del Pis – Foresteria di Massello 1h 45 min
PUNTI D’ACQUA: In partenza, Rifugio Mulino di Laval e a Balsiglia. Per tutta la durata della traversata non ci sono fontane o sorgenti.

Descrizione
Tappa molto bella, lunga, che conduce da una valle all’altra e presenta un’ottima variazione di paesaggio e ambienti con dei punti panoramici veramente spettacolari.
Tra la Val Troncea e la Val Germanasca si intrecciano molteplici storie: la vita nei villaggi alpini di un tempo, i partigiani e la Resistenza in Val Chisone, il Glorioso rimpatrio dei Valdesi, che partirono da Ginevra per ritornare in queste valli con una marcia durata 15 giorni, le miniere del Beth e la vita dei minatori. Si tratta di una tappa ricca di contenuti storici e paesaggi meravigliosi.
Con partenza dalla Val Troncea, nel Parco delle Alpi Cozie, detta la ‘valle dei fiori’ che si percorre prima sul fondovalle poi salendo tra paesaggi alpini meravigliosi si giunge al Colle del Pis dove un panorama splendido prepara alla discesa in Val Germanasca.
Tra distese di fiori in primavera, al disgelo, e resti di antiche fortificazioni si raggiunge la bellissima Cascata del Pis e a seguire la borgata Balziglia fino alla Foresteria di Massello punto tappa del percorso. Bellissima tappa da percorrere anche in autunno in tempo di foliage.
Le Strade dei Forti percorre una parte del Sentiero del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi
Tappa molto bella che conduce da una valle all’altra e presenta un’ottima variazione di paesaggio e ambienti con dei punti panoramici veramente spettacolari. Tra la Val Troncea e la Val Germanasca si intrecciano inoltre tante storie: la vita nei villaggi alpini di un tempo, i partigiani e la Resistenza in Val Chisone, il Glorioso rimpatrio dei Valdesi che partirono da Ginevra per ritornare in queste valli con una marcia durata 15 giorni, le miniere del Beth e la vita dei minatori. Si tratta quindi di una tappa ricca di bellezza e contenuti.
Dal Rifugio Mulino di Laval attraversare il ponte sul torrente Chisone e imboccare a destra la strada sterrata. Seguirla fino a quando compare il “Baracot”, un casotto che funge da punto informazioni del Parco Naturale della Val Troncea e lì girare a sinistra, iniziando a percorrere la strada che sale in direzione dell’ex abitato di Laval. Tutto ciò che rimane di questo antico villaggio alpino è visibile dalla strada, tra i ruderi è ancora possibile scorgere la forma della “Casa Alpina” tipica di questa zona delle Alpi: la stalla al pian terreno, i balconi al primo piano, la grangia all’ultimo, dove si stipava il fieno per l’inverno e subito sopra il tetto o in legno, o in pietra con le tipiche lose incastrate con maestria. L’unica parte della borgata ancora agibile è la Casa Vacanze, che ancora oggi ospita ragazzi e ragazze per soggiorni estivi in montagna, la chiesa e il cimitero.
Proseguendo sulla strada si incontra in seguito la borgata Joussaud, anch’essa abbandonata, fatto salvo per un’unica casa utilizzata oggi dai pastori, è uno dei luoghi in cui i Valdesi si fermarono durante la marcia.
Da questo punto in poi si segue fedelmente la strada fino al Colle Clot de la Soma. La strada è bella e alterna ombra e sole tra lariceti e praterie alpine dove pascolano mandrie e greggi. Si consiglia di prestare attenzione qualora ci fossero dei cani da pastore e/o dei cani da guardiania a guardia del gregge. È consigliabile passare lontano da dove si trovano e non invadere l’area di pascolo. Mano a mano che si sale di quota il bosco di larici si dirada per fare spazio alle praterie con erba alta e flora selvatica. In una giornata di sole si possono osservare dei bei colori che fanno contrasto con il cielo blu.
Giunti al colle Clot de la Soma la vista può finalmente spaziare. Si apre il primo punto panoramico spettacolare su Val Chisone e Vallone del Mendie. A questo punto ci sono due opzioni:
- si prosegue lungo la strada e dopo la lapide/ cippo commemorativo (che si può intravedere in alto sulla sinistra salendo, sulla dorsale) ci si porta sul sentiero di cresta e si prosegue sul sentiero nella stessa direzione (sentiero segnato in bianco-rosso)
- oppure dal colle si prende direttamente il sentiero in cresta. Il primo tratto è molto ripido e poi prosegue su e giù più dolcemente lungo la dorsale. Passato il cippo commemorativo si superano i vecchi impianti di risalita e si prosegue sul sentiero tracciato.
La vegetazione è cambiata: questo è il regno dei mirtilli, dei rododendri, del timo serpillo, del sempervivum e dei fiori resistenti d’alta quota. Prima di arrivare al Colle del Pis si attraversa un prato a lato del quale si può osservare una bella fioritura di erioforo alpino, chiamato anche il “cotone di montagna”.
Al Colle del Pis la vista può di nuovo spaziare fino al Colle dell’Albergian, sotto il quale si intravedono i ricovero militari del Moremout, il Monte Ruetas e i ricoveri del Morefreddo che si intravedono sulla destra e la conca che scende verso la Val Germanasca.
Se si desidera è possibile fare una deviazione per andare a vedere i ricoveri del Monte Morefreddo (circa 30 minuti in più per arrivarci) e godere da lì della vista sulla Val Troncea. Da lì si torna poi indietro sullo stesso sentiero e si prosegue.
Per Balsiglia e Massello si imbocca il sentiero 216 che scende dolcemente facendo una curva nella conca panoramica per portarsi successivamente sull’altro lato della conca. È ben visibile ad un certo punto una traccia che porta ai ricoveri Moremout, ci si arriva in una ventina di minuti lasciandosi la traccia principale alle spalle.
Al bivio prendere il sentiero a sinistra e seguire sempre le indicazioni per Balsiglia.
Il percorso qui diventa un sentiero balcone sulla conca, bello e panoramico e costeggiando il monte Fea Nera prima della bergeria, finalmente si inizia a udire lo scrosciare dell’acqua e la vista si apre sulla vallone di Massello e sulla imponente cascata del Pis.
Alla bergeria del Lauson il sentiero cambia direzione e inizia a scendere. Da qui in poi si trova un primo tratto in discesa un po’ più ripida sul versante e poi un lungo tratto lungo il torrente con una minore pendenza fino a Balsiglia. È un luogo molto apprezzato, tante persone infatti lo frequentano e ci arrivano partendo da Balsiglia per godere del sole caldo sulle rocce e della frescura del torrente che a tratti forma delle ampie pozze lungo il suo percorso. È un vallone tranquillo di una bellezza che pare ancora selvaggia e incontaminata.
All’arrivo in Balsiglia si attraversa la borgata e si arriva sulla strada dove sono presenti bacheche con pannelli informativi sulla storia valdese. Se si desidera pernottare c’è un posto tappa GTA autogestito. È presente inoltre la rete wi-fi gratuita comunale.
Per riprendere il cammino in direzione Massello si segue la strada asfaltata fino al bivio per il sentiero che si trova sulla destra all’altezza della frazione Piccolo Passet. Qui si può scegliere se proseguire lungo la strada asfaltata, che è comunque poco trafficata, o deviare sul sentiero che scende sullo stesso versante fino a un ponte di legno. Dopo aver attraversato il ponte la traccia prosegue passando da un lato all’altro del torrente tramite piccoli ponti o guadi seguendo il percorso naturalistico de “La ruota e l’acqua”, lungo il quale si incontrano delle bacheche informative su fauna e flora locale e sull’antico mulino ad acqua fino ad arrivare al ponte della Foresteria di Massello.
LUOGHI D’INTERESSE
Il territorio del Parco Naturale della Val Troncea, situato nel cuore delle Alpi Cozie, si estende per una superficie di 3280 ettari occupando la testata del bacino imbrifero del torrente Chisone, le cui sorgenti prendono origine dai Monti Barifreddo e Appenna; è delimitato per gran parte del suo perimetro da cime di tremila metri di altitudine e insiste totalmente sul Comune di Pragelato (proprietario per l’89% dei terreni).Al di sopra delle foreste si apre il favoloso mondo dei fiori alpini, che hanno dato alla valle l’appellativo di Valle dei Fiori. La flora alpina è caratterizzata da più specie radicate in suoli diversi e ben rappresentata dalla stella alpina, dall’astro alpino, dall’astragalo alpino, dalla viola calcarata a cui si aggiungono il ranucolo dei Pirenei, il rododendro, il mirtillo blu, la soldanella, il salice reticolato, il tlaspide, la calta, l’epilobio di Fleisher, l’avena dorata, la genziana maggiore, la driade, la silene o muschio fiorito, la viola del Moncenisio.
Fonte: Parchi Alpi Cozie
Nel 1889 l’amministrazione militare fece costruire il vicino ricovero dei laghi dell’Albergian. Dello stesso periodo sono i ricoveri del Morefreddo. Sopra l’ingresso invernale del più ampio è presente la targa «M.te Morefreddo ricovero n. 2». Questa costruzione versa in cattivo stato di conservazione. Il ricovero n. 1, invece, è stato parzialmente risistemato diversi anni fa come riparo in caso di cattivo tempo dal Parco della Val Troncea. Attorno alle strutture si possono notare diverse scritte lasciate dai militari. Dai ricoveri si può notare il sentiero che raggiunge il colle Arcano costruito dagli alpini nel 1896 e risistemato più volte dal Soccorso Alpino della val Germanasca.
(rif. Bruno Usseglio)
Un luogo magico, spettacolare in primavera (giugno) quando vi è molta acqua a causa dello scioglimento della neve, luogo incantato tanto da ricordare, ed essere da molti denominato ‘un angolo di Nuova Zelanda’ … fiori profumati, neve sulle cime, cascate e verde ovunque come nei paesaggi de ‘Il Signore degli Anelli’ e spot imperdibili per foto. La cascata ha un salto di quasi 200m.
A Balsiglia piccola e bella borgata di montagna si trova il museo valdese. Nel maggio del 1690, i mille valdesi rientrati l’anno precedente con l’epica marcia del “Glorioso Rimpatrio“, subiscono un lungo assedio sulle alture del Pan di Zucchero. Dopo tre giorni di bombardamento da parte delle truppe franco-sabaude, quando sembrano ormai perduti, riescono a evadere e riprendere la lotta, fino alla successiva pace. Questo momento epico drammatico ha sempre suscitato interesse e prodotto una vasta letteratura.
Fonte: Museo Valdese
Il sentiero è intitolato a Guido Baret, appassionato studioso di storia locale, che per primo si è occupato dei mulini della Val Germanasca. Il percorso tocca ben 4 mulini nel territorio del Comune di Massello. Lungo il percorso, adatto a tutti, si incontrano la chiesa cattolica ed il tempio valdese, antichi testimoni della compresenza di queste due fedi religiose, ed alcune meridiane recanti motti di leggendaria saggezza. Il sentiero domina a mezza costa il vallone, offrendo un panorama di prim’ordine su tutte le vecchie borgate e sulla bellissima cascata del Pis.
Al seguente link www.parchialpicozie.it, nella home page, troverai notizie, eventi, curiosità, social
Scarica l’App Alpi Cozie outdoor
I paesaggi di questa tappa

Il decalogo del viaggiatore
Prima di partire ricordati sempre queste poche regole utili ad organizzare e gestire il tuo cammino
1. Consulta sempre le previsioni del tempo
2. Utilizza un abbigliamento adeguato al percorso scelto
3. Scarica la traccia GPX sul tuo cellulare
4. In caso di emergenza chiama il 112
5. Avvisa sempre qualcuno della tua partenza e informalo sul percorso
6. Rispetta la flora, la fauna e le colture
7. Non gettare per terra fazzoletti di carta, lattine, bottiglie e sigarette
8. Riporta a casa i tuoi rifiuti o aspetta di trovare un cestino